Di primavera sei venuto e di primavera te ne sei andato

Di primavera sei venuto e di primavera te ne sei andato, come quelle piogge che bagnano la terra di shakespeariana memoria che per la mente sono come il cibo per la vita.

Descrivere a parole ciò che tu sia stato è letteralmente impossibile, al pari della sofferenza e del vuoto che in queste ore hai lasciato.
Non è stata una resa, non è stata una sconfitta, solo l’aver accettato che la vita a volte dà e a volte prende.
E tu hai dato tanto, tantissimo, divenendo prima sogno, poi realtà, per chiudere questo tuo passaggio terreno nel mito.
Hai saputo lottare, combattere, vincere.
Hai imparato a saper perdere, entrando nei cuori anche di chi ti guardava da avversario.
Hai scritto pagine di storia che rimarranno indelebili, disputando gare entrate ormai nell’immaginario collettivo.
Hai corso contro quelli forti per davvero, perdendo e vincendo, ma uscendo sempre a testa alta. Sei stato il più forte che mente mia ricordi sulla distanza breve, perché quel miglio come te non lo faceva nessuno.

Il boato del catino di Solvalla che ha accompagnato il tuo ingresso in retta d’arrivo nell’Elitlippet del 2000 riecheggerà per sempre, e per sempre lo ricorderemo come qualcosa per cui è valsa la pena aver vissuto.
Così come l’anno dopo, quando il race-off contro il Capitano divenne leggenda, spot eterno di uno sport capace ad andare oltre il mero risultato sportivo.

Di primavera sei venuto e di primavera te ne sei andato, e per la mia mente sarai per sempre come il cibo per la vita, come le piogge di primavera sono per la terra.

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